Passa ai contenuti principali

Il sole lontano


In questo momento mio padre combatte per vincere la sua ultima battaglia...

Lo osservo mentre si siede stancamente e con difficoltà sulla poltroncina nel giardino e il mio sguardo scivola lentamente dai capelli ai lineamenti del suo volto, e poi agli occhi, immutabili e veritieri specchi dell’anima. 
Non è importante l’aspetto o l’incedere insicuro, mi trovo innanzi ad un essere cui è dovuto un tale riguardo da spingere subito al galoppo i miei pensieri. 
In lui mi sembra traspaia prepotente, pur tristemente nascosta nel suo incerto forzato sorriso mentre mi guarda, una velata malinconia, quasi un’ignara esternazione del meditare sulla fatale precarietà della vita. 
Poi si appisola. 
Guardandolo mi va di immaginare, questa persona dai capelli grigi e dal viso discreto segnato dalla fatica, come doveva essere nel pieno della sua giovinezza. Mi chiedo se si sorprenda spesso a riflettere sulla fragilità del suo corpo, lo smarrimento sempre più frequente della sua mente affollata di ricordi lontani, e la sua limitata figura d’essere, paragonata al mistero senza tempo dell’infinito. Ma soprattutto penso emerga in lui a tratti il rimpianto per le stupende realtà vissute e ormai perdute, per la lontana e smarrita innocenza, per i sogni dell’infanzia lungamente accarezzati e mai abbracciati, per le inquiete illusioni della sua adolescenza. 
E poi la solitudine, fedele compagna di tante giornate, riuscita fatalmente ad imporsi come una condizione disumana ma nello stesso tempo liberatrice, mai voluta però accettata. 
Ed ancora la solitudine che, pur consentendo la massima libertà, offre talvolta improvvisi ed inevitabili spunti per la più sconfortante angoscia. 
Certo, l’isolamento può essere un’efficace difesa da certe volgarità ed invadenze del prossimo, ma sottopone ad un logorio incessante, ed al continuo assalto dei tormenti dell’immaginazione. 
Nell’altrui maturità ed esperienza, definita senilità o più crudamente vecchiaia, ci s’imbatte spesso e quando ci sfiora ci si affretta ad offrirle una certa innaturale noncuranza. 
L’esperienza è depositaria di una reale illimitata ricchezza, da tentare di carpire a chi talvolta vanamente prova a donarla, ma che è rifiutata proprio da tanti presuntuosi saputelli d’ogni età, persuasi di conoscere ogni recondito meandro della propria e dell’altrui esistenza (lo feci anche io un tempo?).
Questo è mio padre.
Nessuno è mai riuscito a descrivere la solitudine del tramonto umano meglio del poeta siciliano Salvatore Quasimodo. Nel 1942 scrisse in pochi immortali versi che “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole. Ed è subito sera”.

Commenti

  1. E tu hai "ripreso", descritto magistralmente "ed è subito sera".
    Un caro carissimo abbraccio,Concetto

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

Le parole Quante parole abbiamo scritto in questi anni su facebook? E quante parole mi sono state regalate da persone sconosciute straordinarie? Le parole! Avete mai pensato alla potenza delle parole? avete mai pensato che certe parole, dette in un modo hanno fatto si che altre persone si siano ridotte ai margini dell’esistenza e della vita distrutte nell’intimo? Avete mai pensato che le nostre parole possono aiutare l’esistenza di altre persone bisognose solo di essere ascoltate? Avete mai pensato alla potenza delle parole dei grandi predicatori che riescono a coinvolgere enormi masse ad agire nei modi che loro desiderano? Sono affascinato dalla bellezza delle parole. Possono manifestare il tutto, gratitudine, amore, odio, cattiveria, invidia, arroganza, dolcezza, fratellanza… le parole…lucide, profonde, sentite. Io le assaporo con gusto come se fossero un manicaretto prelibato che non vorrei mai finire. Mi sento inerme di fronte ad esse e malgrado questa “sproporzione”, mi piacciono....

L'ultimo battito

Oggi ho assistito ad un spettacolo triste, la fine della vita di una farfalla.  Si agitava, si rivoltava, tentava l'impossibile, ma non c'era nulla da fare, era arrivata la fine della sua vita. Tre volte l'ho presa delicatamente e l'ho fatta volare ma dopo tre battiti d'ali precipitava per terra.  La natura aveva deciso, era bellissima con le ali aperte.  L'ho deposta in un posticino all'ombra per non farla soffrire troppo ma non si è mossa.  Sono rientrato in casa e poco dopo sono andato per vederla, non c'era più, un gatto che si aggira nel terrazzo l'aveva mangiata.  È la legge della natura.  Si dice che il battito d'ali di una farfalla provochi una tempesta dall'altra parte del mondo, a me ha provocato un sofferenza nel cuore.

Fiction su Rigopiano

Amo l’Abruzzo , una regione che mi ha dato il lavoro e la famiglia, leggere che a breve si comincerà a girare una fiction sulla immane tragedia che si è abbattuta a Rigopiano mi sembra una grave mancanza di rispetto verso il dolore ancora fresco e da metabolizzare dei familiari delle 29 vittime.  A Rigopiano ci andavamo a fare pic nic con i figli e raduni scout in occasioni speciali, è un luogo molto bello e tra i boschi è nascosto un cippo che commemora un pilota da caccia precipitato con il suo F 104 a causa di una manovra errata. Amo l’Abruzzo , una regione che ultimamente è stata colpita da ogni sorta di calamità naturale che hanno provato duramente tutte le strutture preposte agli aiuti e l’anima delle persone già accoltellata selvaggiamente da terremoti infiniti e distruttivi. Il turismo è in ginocchio, decine e decine di piccoli borghi, dei quali molti non conoscono nemmeno l’esistenza, sono ormai quasi disabitati a causa delle migliaia di abitazioni inagibili, la vi...