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Visualizzazione dei post da febbraio, 2012

Mantra delle stelle cadenti

… siete le scie che vivono l’attimo di luce delle lucciole per poi svanire nel nulla, ricordi che si fissano nel cuore. … siete desideri nascosti che non si avvereranno mai perché invenzioni di noi stessi per attraversare il Mar Rosso dell’insoddisfazione. … siete stormi di uccelli siderali che migrano in altri universi possibili. … siete il genere umano che vaga disperato in una via lattea scaduta. … siete la speranza di chi stanotte vigilerà con lo sguardo rivolto verso un cielo accogliente pieno di promesse. … siete cristalli , disegni sul vetro, sogni che ci dicono quel che siamo, ricordi che mutano col passare del tempo. …  siete stelle , inaffidabili e bugiarde, ingannatrici di desideri.

Il ritorno

E rica non avrebbe creduto ai suoi occhi: di fronte a lei aveva proprio Graziano, il "suo" Graziano.  Ecco, la scena si sarebbe svolta proprio così. L'aveva immaginata migliaia di volte specie nei momenti in cui la nostalgia, dei propri amici e della vita che aveva lasciato sulla terra, si  faceva più  incalzante.  Da quanto tempo era in viaggio? il display segnava una percorrenza di circa tre miliardi di chilometri e lui, disteso dentro il cilindro del sonno, si era svegliato nei tempi previsti dal piano di volo.  Dall'oblò innanzi al suo viso, scrutava stupito la grandezza sconfinata di un universo splendido nel suo pallore stellare. Graziano, primo astronauta italiano in viaggio interplanetario, da quattro anni era in volo verso Oratius 34, il pianeta  scoperto dal  grande telescopio orbitante, da cui  erano pervenuti sulla terra i primi segnali di vita aliena. Cominciò metodicamente a predisporre le operazioni susseguenti al suo risveglio mentre il rum

Barbara e l'arcobaleno

L’imbarcazione si spingeva al largo sicura, lontano dalla costa, mentre i lunghi capelli biondi di Barbara erano appena mossi dalla brezza marina. Scrutando pensierosa l'orizzonte, sulla barca del padre, riandava con la mente ai tempi in cui, durante le piccole gite in barca , la famiglia era riunita. Adesso non era più come prima. Un male oscuro aveva stroncato la vita preziosa della madre e la bambina, non riuscendo a darsi pace, immaginava spesso di morire per potersi così ricongiungere a lei. Il momento che più le mancava e che aveva creato una sorta di legame affettivo tra le due donne, era il magico istante della favola che precedeva il sonno notturno, Barbara attendeva con ansia quell'attimo, perché si sentiva rassicurata dai racconti che la madre teneramente le narrava. Il  padre, con  molta  buona  volontà,  cercava  in  tutti  i  modi  di rimediare  alle necessità  della  figlia, ma la mancanza di una donna in quella famiglia era evidente. Intanto il pic

Menù del giorno

Oggi sono andato a lavoro in bici, l’aria è frizzante e la città quasi deserta, imbocco una strada e vedo un uomo accartocciato su se stesso, coperto di stracci, una giacca invernale a brandelli, la barba lunga, dorme, appoggiato con la schiena al muro, le gambe distese sul marciapiede stretto, il mondo scorre, lui dorme, si sveglierà tra poco, forse, ma il mondo scorre come un fiume e dimentica l’attimo precedente mentre ne inizia un altro. Lui si sveglierà ed il suo menù di oggi sarà: · Sveglia con clacson di auto · Fame da saziare · Solitudine quotidiana · Girovagare senza meta · Attesa · Ancora attesa di un nulla che non viene · Fame da saziare · Ricordi terribili da rimandare indietro · Attesa · La notte che arriva · Il sonno su un marciapiede · Attesa · Attesa · Attesa · Attesa · Attesa · Attesa · Attesa · Fame da saziare Uomo che dormivi in solitudine mentre la vita ti girava intorno, ho cercato di fermare il mondo ma… Il mond

Concerto N. 2

L e dolci note di Chopin lo accompagnavano pietosamente verso la sua ultima notte. Nella penombra amica dello studio, guardava pensoso la foto di lei poggiata sulla scrivania. Aveva  fermato l'immagine del suo corpo nudo, per ricordare un momento d'amore che aveva sancito il loro disperato addio. Si sarebbero  lasciati  per  sempre. Con un click della macchina fotografica, era stato fissato nel tempo il dolcissimo volto di Annalisa. Le note del pianoforte, sempre più incalzanti, sgretolavano la sua anima  disperata come le onde la scogliera e tra poco sarebbe crollato. Coscientemente, aveva deciso che sarebbe andato via da questo mondo. Teneva tra le mani la foto della  donna e sfiorava delicatamente i contorni del corpo che tante volte aveva accarezzato. Era solo una bambolina di carta che lo avrebbe accompagnato nel suo viaggio, sarebbero volati insieme. Meticolosamente aveva costruito, con piccole strisce ritagliate da una pagina di giornale, delle ali che avrebb

Cialoma

Fu durante una passeggiata nel bosco, quello posto nel fianco della montagna dell'eremita, che trovai per caso, nascosta da strani rami neri intricati simili a tentacoli di una malefica piovra, la grotta che tutti cercavano da secoli. Era lei che aveva voluto mostrarsi a me, era lei che sentendosi protetta da un cielo nero e butterato da nuvole inquietanti aveva mostrato l'enorme cavità che mi avrebbe condotto al ritrovamento del 'Sacchetto delle origini'... ma andiamo con ordine. Fino da quando ero bambino avevo sempre sentito strane leggende intorno all'esistenza di una grotta che ciclicamente compariva e scompariva alla vista di coloro che si erano avventurati nel bosco alla ricerca di tartufi e radici di genziana. I vecchi del paese raccontavano che alcuni erano scomparsi dopo essersi avventurati all'interno della cavità apparsa momentaneamente e poi scomparsa dopo avere inghiottito al suo interno gli sventurati curiosi. L’ev

L'albero che modellava i sogni

S correva serena, come un fiume in pianura, la mia giovane vita. La strada dove ero nato rappresentava per me e per i miei amici l'universo intero e noi, imprevedibili come uno stormo di uccelli in volo, alternavamo scoppi di risa a stupide liti per banali motivi di gioco. Passavano cosi le lunghe sere estive siciliane della nostra infanzia, vicino ai  familiari seduti in semicerchio davanti casa che ingannavano il caldo conversando. Poi, alle dieci, iniziava il rito più atteso che trasportava noi bambini in un mondo magico e misterioso. Era il momento più bello. Mio nonno, austero nella sua cecità, sfiorando con le dita il viso di ognuno pronunciava i nostri nomi riconoscendoci e tutti lo guardavamo sbalorditi mentre lui sorrideva compiaciuto. «Nonno ci racconti una storia?» - chiedevamo a quel punto noi nipoti - e lui cominciava a raccontare leggende e fatti che oggi apprezzo per il significato nascosto che avevano e che in quel tempo non capivo. Mentre lui narrava, n

Prova!

Proviamo a guardare dall’alto , come se ci trovassimo a cavallo di un satellite, il mondo in cui viviamo, guardiamolo attentamente cercando di scoprire le località che conosciamo i paesi che non abbiamo mai visto, la grande incommensurabile vastità del mare che ci fa vacillare se solo pensiamo di attraversarlo con una nave. E’ tutto bello e meraviglioso, non esistono problemi e la nostra mente vaga nell’universo ringraziando il buon Dio (per chi ci crede) o il Big Bang (per gli altri), per averci donato un mondo così meraviglioso. Proviamo adesso a mettere a fuoco meglio con gli strumenti di bordo ed avviciniamoci…come potete vedere è ancora tutto più bello perché si cominciano ad individuare le montagne, i laghi, i fiumi, le nuvole e gli agglomerati urbani. Bellissimo! E mentre ruotiamo a cavallo del nostro satellite in orbita, ringraziamo il Grande Costruttore dell’Universo di darci la possibilità di osservare la Sua Opera. Però adesso si sta facendo tardi e ci aspe