L’imbarcazione si spingeva al largo
sicura, lontano dalla costa, mentre i lunghi capelli biondi di Barbara erano
appena mossi dalla brezza marina.
Scrutando pensierosa l'orizzonte,
sulla barca del padre, riandava con la mente ai tempi in cui, durante le
piccole gite in barca , la famiglia era riunita. Adesso non era più come prima.
Un male oscuro aveva stroncato la
vita preziosa della madre e la bambina, non riuscendo a darsi pace, immaginava
spesso di morire per potersi così ricongiungere a lei.
Il momento che più le mancava e che
aveva creato una sorta di legame affettivo tra le due donne, era il magico
istante della favola che precedeva il sonno notturno, Barbara attendeva con
ansia quell'attimo, perché si sentiva rassicurata dai racconti che la madre
teneramente le narrava. Il padre,
con molta buona
volontà, cercava in
tutti i modi
di rimediare alle necessità della
figlia, ma la mancanza di una donna in quella famiglia era evidente.
Intanto il piccolo veliero, navigava
svelto sulle onde. Barbara, cullata dal rollio della barca, fu
presa da uno strano torpore e cominciò a chiudere lentamente gli occhi.
Impercettibilmente, dal profondo
della memoria, una voce cominciò con dolcezza a raccontare la storia di un
delfino e di una piccola balena, che
nuotavano solitari in un mare così grande che sembrava
non dovesse avere mai fine...
Molto tempo prima Rufus, era stato salvato dagli arpioni dei pescatori
grazie all'intervento di un gigantesco cetaceo, la madre di Stella. La
megattera aveva deviato con il suo corpo la fiocina destinato a lui, ed era
stata subito amicizia che gli eventi futuri avrebbero ancor più consolidato.
Rufus proseguiva spedito e Stella, ansimando
per la fatica, lo seguiva nel
mare burrascoso lungo la rotta
prestabilita.
I due, scandagliando in tutte le direzioni lo sterminato e freddo
oceano, si orientavano rispondendo ai misteriosi segnali inviati verso di loro
dagli abitanti dell'immenso blu che li circondava. Erano malinconici richiami
simili a canti di sirene.
Intanto una strana danza acquatica, eseguita da tartarughe e delfini,
accompagnava quella singolare coppia nel faticoso tragitto e per ingannare il
tempo, la piccola balena riandava con la memoria ai pochi momenti felici
trascorsi insieme alla propria madre.
Ricordava con nostalgia i salti che facevano mentre si libravano sulla
superficie del mare ed i grandi spruzzi, di schiuma merlettata, che provocavano
con la loro ricaduta.
Ripensò anche con timore all’
incubo ricorrente, che puntuale si presentava ogni notte da qualche tempo, di
cui non riusciva a comprendere il nascosto significato.
Era l'immagine di un enorme massa di ghiaccio, maestosa ed
inquietante nell'aspetto, che aveva in
sé qualcosa di magico ed impenetrabile.
E nuotarono Rufus e Stella, nuotarono per molto tempo.
Al sorgere del sole una grande montagna bianca di ghiaccio, trasportata
da misteriose correnti marine, spuntò all'orizzonte nel punto previsto dell'
incontro.
Stella ebbe un sussulto ed una visione
inaspettata, riaffiorando dal
profondo della sua memoria, la devastò nell' anima.
Vide la madre che, durante un estenuante inseguimento attraverso l'Oceano,
veniva fiocinata e quindi arpionata dopo
una lotta impari e disperata. Issata
quindi sul ponte della nave
fattoria, fatta a pezzi e lavorata.
Ciò che rimase delle parti non commerciabili fu dato in pasto agli
squali che seguivano il peschereccio, per nutrirsi di cibo rubato. La
grande megattera, prima di morire, era riuscita a lanciare un segnale a
Rufus, affinché un giorno la facesse
riunire con la figlia rimasta sola.
Adesso, Stella sapeva.
Nella stanca luce dell'alba, mentre i due amici si avvicinavano sempre
più al punto prestabilito dell'incontro, una pioggerellina sottile, come i
capelli di un angelo, cominciò a cadere formando uno splendido arcobaleno.
Il meraviglioso arco colorato, attraversando l'infinito, si ricongiunse
con la enorme massa di ghiaccio che navigava
da tempo immemorabile.
Lì dove tutti
i mari sono sereni e gli oceani pacifici.
Si creò quindi un ponte multicolore che riunì due sponde che non erano
mai state collegate, il misterioso mondo
degli abissi marini ed il paradiso delle balene, e tutto accadde
in un minuscolo
frammento di tempo preso in
prestito dall' eternità.
Il mare cominciò a ribollire, ascendendo turbinosamente lungo
l'arcobaleno, invitando Stella ad
intraprendere un viaggio che l'avrebbe condotta alla
meta prevista, la propria madre.
Lei si avviò, risalendo gli spazi siderali, all'interno di quella meraviglia
che diveniva sempre più
scintillante di colori. I delfini del branco, festeggiarono l'evento emettendo suoni dolcissimi
che accompagnarono la balenottera fin quando non si ricongiunse con la propria
mamma.
Due anime, si erano finalmente ritrovate. Rufus, il vecchio delfino,
aveva osservato soddisfatto tutta la scena navigando veloce tra le onde.
Contento in cuor suo, per aver mantenuto la promessa fatta alla madre di
Stella, salutò il branco con un sibilo e come
una folgore si avviò libero verso
nuovi orizzonti.
Chi avesse
guardato Barbara, in quel momento, avrebbe rimirato il dolce viso di una
creatura consapevole di ciò che aveva perduto per sempre.
Il grido
di un gabbiano, la scosse da quello strano torpore riportandola bruscamente
alla realtà. La bimba si svegliò ed intravide all'orizzonte, mentre si
stropicciava gli occhi, un grande coloratissimo arcobaleno. Fu un attimo, un tonfo
sordo, appena percettibile, ruppe il silenzio irreale che in quel momento
dominava la vastità del mare. Barbara si avviò con piccole e delicate bracciate
verso quel magico ponte multicolore che sicuramente, l'avrebbe condotta dalla
sua mamma.
Il padre la chiamò per il pranzo, ma non ebbe risposta.
Il padre la chiamò per il pranzo, ma non ebbe risposta.
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