Una giornata strana quella odierna, un filo sottilissimo
lungo mille chilometri, quasi un richiamo subliminale, ha condotto Lilia in
Sicilia, a Palermo, proprio oggi, 25 marzo, terzo mese dalla scomparsa di mio
nipote Matteo cugino di Lilia. É un segno, è come se il cuginetto avesse tirato
presso di se la cugina per sentirla cantare nella sua casa, Palermo. Segni
misteriosi legano fratelli e cugini, io credo nei segni impercettibili che un
ragazzo ha costruito per condurre la splendida musica di Lilia vicino a se. Per
accompagnarlo nel suo sonno infinito proveniente da una “Passio” dolorosa come
quella di Gesù Cristo. Penso che Lilia stasera farà il suo concerto più bello
pensando al cugino che l’ascolta avvolto dalla madre terra.
Avete mai visto una casa che è stata costruita ai limiti di un precipizio? Una casa che gioca a nascondere i pensieri e molte volte li perde o li ritrova e all’improvviso si commuove meditando sulle persone che hanno transitato e vissuto dentro di lei e che la guerra ha portato via. Ogni casa ha due porte: una ha il contatto con il mondo, l’altra, sul retro, si apre su panorami notturni, ombre che vagano, dirupi, abissi e scogliere mostruose battute dalle onde che usano su di loro una violenza inaudita. Ecco quella è la casa della morte. Al di la di quella porta c’è un andirivieni sommesso di esseri che vagano senza pace, ombre che sono andate via da questo mondo nella solitudine più triste, senza un saluto o una carezza di conforto. In quel mondo virulento la schiuma della vita ricopre le spiagge in modo quasi impercettibile ed il rumore di questa schiuma, che si forma e scompare in continuazione è inquietante. In quel mondo la notte è priva di stelle chiare e tranquille ed il tempo
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