La porta segreta.
C’è una
porta dentro
ognuno di noi che ci permette l’accesso ad una dimensione inesplorata e modificabile
a proprio piacimento secondo il nostro stato d’animo momentaneo;
É quella porta
che ci conduce nel mondo che vorremmo vivere e nel mondo dove vorremmo morire; É quella porta che ci conduce nel mondo dove siamo degli
eroi che passano tra ali di folla osannante perché abbiamo salvato l’umanità;
É quella porta che si apre docile ad ogni nostro
desiderio non realizzato, recondito, inconfessabile, confessabile; É quella porta che si chiude automaticamente per
difenderci dal mondo esterno e per proteggerci dal nostro mondo interiore;
La mia porta è una semplice “piazzetta”, con una aiuola rotonda al
centro, con gli amici di allora, il centro del nostro universo di amicizia e di
giochi infiniti oramai sperduti nel grande cosmo della vita vissuta. La mia
porta è il sedile intorno all’aiuola, dove avvenivano litigi e
riappacificazioni, alleanze e preparativi di corse con i pattini a rotelle,
lunghe chiacchierate fino a tarda sera che si dissolvevano con il suono delle
voci delle mamme che ci chiamavano dai balconi.
La semplice architettura della
“piazzetta” non aveva nulla che potesse somigliare alle grandiose opere che
arricchiscono la nostra città e sfidano i secoli ma, questo piccolo microcosmo
è lì da circa sessanta lunghi anni e mi aiuta quando ne ho bisogno.
Chiudo
gli occhi, apro la porta con la mente, ed entro in un mondo segreto ma aperto a
coloro che lo popolavano. Mi siedo sul cordolo della aiuola al centro della
piazzetta con il viso rivolto al sole, ascolto il silenzio interiore, posso
pensare, posso attraversare il mondo intero in brevissimo tempo e sentire le
sofferenze e le gioie di tutti.
Sento le mie.
Le sento solo io.
Poi sento il
trillo maligno di un cellulare che mi riporta nel mondo al di qua della porta.
Mi alzo dal sedile.
Volto le spalle al sole.
Ritorno in questo mondo.
Che in
certi momenti non è più mio.
È più piccola adesso la
piazzetta.
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