Cammino! mi muovo, vado, sono stato a vedere, luogo simile a tanti altri, luogo di sofferenza e di riflessione, luogo che per un periodo più o meno breve ci porta a riflettere, a contare, a contare le cose più stupide ed insignificanti, per ingannare il tempo, quante mattonelle ci sono nel corridoio di un ospedale, quante mattonelle ci sono nei rivestimenti delle pareti del bagno della camera del malato?, quante griglie di illuminazione ci guardano dal soffitto, quante volte sono state aperte e chiuse le porte delle camere di degenza, quanti sono gli interrogativi che si pongono madri, padri, figli, fratelli, in attesa, del responso, quanti pensieri hanno affollato le sale di attesa, quanti respiri affannosi, ed io ho camminato, e mia moglie ha camminato, e mio figlio ha camminato, abbiamo raggiunto la meta, siamo stati aiutati, dalla forza, dalla speranza, dalla conoscenza di chi doveva agire operando, e i fratelli sono stati presenti con il corpo e con la mente, e gli amici erano in collegamento spirituale, e gli invisibili della famiglia erano in cerchio attorno a mio figlio ed hanno vegliato su di lui tenendosi per mano mentre il chirurgo costruiva il suo capolavoro, ed Erica e Lilia camminavano con noi in mezzo alle virgole dell’esistenza, ed abbiamo conosciuto Valentina, la piccolina che ha avuto il cuoricino riparato dalla violenza della vita, e Pia ha disegnato per lei, nuvolette sorridenti, faccioni allegri e lei rideva, e la sua mamma la guardava, e pensava al futuro, mentre i pensieri inondavano i corridoi dell’esistenza, dell’ospedale, e la pioggia non finiva mai.
Poi il sole!
Avete mai guardato le barche dei pescatori che ritornano?
Io si, spesso vado al porto e le vedo rientrare all’imbrunire.
E’ uno spettacolo bellissimo, come quello del ritorno di un figlio dall’orizzonte della sala operatoria per approdare nella sua camera e da li nella sua casa.
Con noi.
La famiglia.
Partecipo alla tua gioia con-dividendola con tutto il post.Un abbraccio veramente sentito.Mirka
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