Questo è il periodo di uscita dei film natalizi, specialmente
di produzione americana, dove anche le tragedie più tristi alla fine si
risolvono con un “Miracolo di Natale”. Film surreali che toccano i punti deboli
emozionali degli spettatori che con una lacrimuccia ed un sospiro tornano
contenti a casa.
E poi ci sono i “non miracoli di Natale”, dove le tragedie
più pesanti non si risolvono e cupa scende una coltre di cielo senza stelle e
penso a mio nipote Matteo immerso in un sonno senza tempo e senza limiti di
spazio che vaga sperso nel nulla di un ansimo metallico del meccanismo che lo
tiene in vita.
La vita reale è un regista senz’anima, non ammette scene da
ripetere, “buona la prima” e cosi come ti trovi stai, senza miracoli, attorniato
dalla sofferenza dei cari che non si danno pace.
Attorno a te si svolgono danze interiori di religiosità quasi pagana, si chiamano a raccolta gli avi affinché ti aiutino nel risveglio ma sono sordi al richiamo di genitori disperati.
Attorno a te si svolgono danze interiori di religiosità quasi pagana, si chiamano a raccolta gli avi affinché ti aiutino nel risveglio ma sono sordi al richiamo di genitori disperati.
Allora?
Aspettiamo!
Tra poco saremo di nuovo da te e vicino al tuo orecchio ti chiameremo per farti tornare tra di noi, per assaporare anche noi, con te, un “Miracolo di Natale” con un finale a sorpresa che faccia felici tutti quelli che ti vogliono bene.
Tra poco saremo di nuovo da te e vicino al tuo orecchio ti chiameremo per farti tornare tra di noi, per assaporare anche noi, con te, un “Miracolo di Natale” con un finale a sorpresa che faccia felici tutti quelli che ti vogliono bene.
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