C'erano i colori della campagna di
Siracusa vicino alla casa della scogliera, a picco sul mare del Plemmirio, che scintillavano
riflettendo la purezza dell'aria, e il balenare del mare, vicino, tanto da
poterlo toccare allungando una mano.
Lontano abbastanza, guardando dall’alto
della scogliera millenaria, c’era il rumore del risucchio nella caverna nel
punto in cui l'acqua si riversava nell'interno affondando nel buio con l’impeto
di un amante infuriato.
In quel punto, il faro era la sentinella muta di fatti
e di eventi scolpiti nelle rocce.
Si avvertiva odore delle alghe, stridore di
gabbiani, profumo di origano, sentore di morte e splendore di vita che evaporava al sole.
Le
carcasse dei pesci sbattuti dalle mareggiate sulla scogliera si seccavano
mentre i gabbiani banchettavano felici.
Le pozze di acqua marina formate sugli
scogli erano ricoperte di sale disseccato e riflettevano il sole nel piccolo
specchio immobile di acqua salata.
Acqua che si asciugava sulla pelle
depositando il sale che formava una patina bianca e la pelle diventava carta
dove scrivere storie d’amore e di morte che hanno l'asprezza e insieme la
dolcezza di questa terra provata dalla calura e dagli uomini.
qué honor maestro!!!! gracias por permitirme acercar sus fantásticos mundos!!!!
RispondiEliminaè un piacere per me Violeta! buenas dias
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