Il soldato presidiava sonnolento la porta del sepolcro che custodiva il corpo di Colui che si era immolato per la salvezza del genere umano. Tranquillo e sereno non aveva fretta, ed attendeva paziente le donne che sarebbero venute a venerare l’uomo che era stato Crocifisso.
Accovacciato per terra l’uomo teneva tra le mani una lancia, che avrebbe scagliato contro eventuali fanatici simpatizzanti del morto; egli non si rendeva conto che il destino dell’umanità era rapportato a colui che giaceva dentro quel sepolcro: non voleva porsi interrogativi, tanto non sarebbe servito a nulla.
Perso nei pensieri della sua esistenza, un torpore cominciò ad insinuarsi nella sua testa e cadde addormentato senza rendersene conto.
Si svegliò dopo un sonno inquieto, aprì gli occhi ed intravide algide figure di donne che si profilavano a distanza. Si girò e si rese conto che la grande pietra che sigillava l’ingresso era rotolata: la porta era aperta.
Chi aveva spostato il masso? Perché questa morte era così diversa dalle altre? Cosa significava la scomparsa di quell’uomo di cui aveva sentito tanto parlare.
Il soldato abituato ad una vita dura inconsciamente non voleva pensare, preferendo un’esistenza fatta di ordini da eseguire. Era il caso di guardare dentro il sepolcro? Titubante si affacciò; il corpo che tre giorni prima era stato deposto avvolto in un sudario di lino, non c’era più.
Un dubbio si insinuava nel suo cuore: e se fosse stato vero tutto ciò che aveva predicato quell’uomo chiamato Gesù?
Forse era giusto credere senza porsi problemi, forse era giunto il momento di varcare la porta di quel sepolcro, con un anima libera da pregiudizi e pronta a ricevere i doni che l’avrebbero rinnovata.
Siamo soldati colti dal torpore dell’abitudine o siamo donne ed uomini nuovi che vogliono varcare con Cristo “la soglia della speranza” per vivere una vita vera?
Ad ognuno di noi il libero arbitrio o la fede ci assistano per districarci nella giungla misteriosa dell’esistenza per cogliere i doni che ci vengono proposti dalla vita.
Sempre affascinante il tuo modo di scrivere,Concetto e,motivo valido per chi s'imbatte nella tua lettura,per soffermarsi su qualche pensieroche non resti alla superficie ma arrivi alla profondità ritrovando poi la leggerezza del volo..Si,che il "libero arbitrio" ci è stato donato anche se i "nodi" da sciogliere non sono mai semplici.Ciao,Ti abbraccio,Mirka
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