L’evento è nell’aria, il grande giorno è vicino.
Grandi ripiani di marmo vengono circondati dalle
sapienti braccia delle donne del Paese Segreto che si avventano poderose per
impastare contemporaneamente la pasta che dopo modellata in forme simili ad
opere d’arte diventerà pane profumato e saporito. Anche la ragazzine più
grandicelle sono presenti ed impastano per conto loro piccole forme di pane a
cui danno le sembianze delle inizialo dei nomi dei fratellini o da regalare ai
cuginetti. All’esterno, gli uomini cominciano ad avvicendarsi nei lavori più
pesanti come il montaggio del palco per l’orchestra che allieterà le tre serate
della sagra.
Si
posizionano centinaia di sedie e tavoli, si montano i gazebo e la zona dove verranno preparate tutte le delizie
culinarie per gli avventori. Ma ecco la cucina, sembra la fucina di Vulcano
dove venivano forgiate armi splendide per i duelli che doveva sostenere il
grande Achille ma da qui non usciranno armi, ma veri capolavori della cucina
abruzzese come la pasta al tartufo, i saporiti arrosticini di pecora, le
bruschette con le salsicce ed ogni altro ben di Dio, il tutto sarà annaffiato
da un vino locale sapientemente invecchiato nelle cantine ricavate da grotte
antichissime nella montagna carsica.
Ovviamente questa pacifica guerra del gusto si
combatte sotto la supervisione del comitato di turno, nominato annualmente
dagli abitanti del “Paese Segreto”, dove tutti hanno un incarico, tutti
collaborano. Chi legge penserà che in fondo sto descrivendo la preparazione di
una sagra, ma non è così, il bello di tutto questo è che molti di coloro che
aiutano sono nativi o adottivi che vivono in altre città dell’Italia o del
mondo.
Sono quelli che si danno più da fare quando
ritornano nel periodo estivo perché per qualche giorno sono “a casa loro” nella loro terra, nella
casa delle origini, ed allora, come non dare il massimo per la propria gente?
Il tempo sembra quasi sospeso come in una dimensione temporale diversa, gli
abitanti del Paese Segreto hanno capito ciò che tante altre persone oggi non
riescono a percepire presi come sono dai ritmi frenetici che questa società ci
impone e cioè, non perdere mai di vista
ciò che il passato può dare al futuro.
E’ significativo vedere come nelle fasi
preparatorie dell’evento, gli anziani di tutte le età fino alle più avanzate,
danno qualcosa di loro stessi per la buona riuscita della manifestazione.
Ho
visto donne sedute su una panca a causa degli acciacchi mentre pulivano
lentamente ma con gioia, i prodotti da cucinare.
Ho visto uomini, una volta
forti e gagliardi suggerire ai più giovani ed inesperti come fare a risolvere i
vari problemi che si presentavano e i più giovani ascoltavano ed eseguivano, ho
visto una donna che con la sapienza della sua età, quasi 90 anni, capiva quando
era il momento di informare cinquanta forme di pane alla volta e quando
sfornarle senza farle bruciare. Tutti i lavori, assegnati in funzione della età e
della esperienza, si svolgono mentre il fronte operativo brulica di ragazzi che
si avvicendano, sotto la guida di un adulto, per organizzare le pulizie di
centinaia di tavoli.
Le retrovie vedono anziani che con fare metodico e
lento preparano le centinaia di fette di pane, le pizze da friggere, le
patatine o il pomodoro da tagliare per le bruschette. In definitiva tutto fila
come un meccanismo ben oliato dalla esperienza di anni anche se, nei momenti
cruciali, il nervosismo pervade tutti a causa del grande impegno ma poi tutto
si stempera alla fine quando, coloro che hanno partecipato alla buona riuscita,
si riuniscono nel “Pranzo segreto”
per brindare e mangiare fraternamente ed in allegria.
Tutto questo fino a notte inoltrata, mentre
risuonano per la vallata silenziosa le note della fisarmonica di Enzo, poi
tutti a letto con il pensiero proteso alla prossima volta che ci vedrà di nuovo
riuniti o portando nella memoria collettiva le cose belle che abbiamo fatto.
Dimenticavo… quando mangiamo tra di noi, tutti insieme dopo l’Evento, viene
apparecchiato un tavolo e le portate vengono servite regolarmente anche se non
saranno consumate…
A quel tavolo siedono con noi coloro che non ci sono più fisicamente, ma sono sempre nella nostra memoria. Poi dopo… io ritorno nella città dove vivo, grande, moderna, globale, in movimento, bla, bla, bla, bla…
A quel tavolo siedono con noi coloro che non ci sono più fisicamente, ma sono sempre nella nostra memoria. Poi dopo… io ritorno nella città dove vivo, grande, moderna, globale, in movimento, bla, bla, bla, bla…
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