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Sogno



Aprì gli occhi, non ricordava più nulla del sogno appena fatto.
Affiorato nella realtà, sprofondò nuovamente in un sonno affannato e ricominciò a navigare senza meta nel mare burrascoso dell'inconscio. 
Vide una minuscola figura illuminata da un luce incerta, lentamente si recava verso il portone chiuso di una cappella posta in cima ad una ripida scalinata. 
Luca si avvicinò perplesso rimanendo turbato dalla espressione severa  della piccola che, attingendo ad una sacca appesa al fianco, diffondeva nell'aria qualcosa che non era visibile ad occhio nudo. Spargeva i desideri inappagati di tutti gli uomini vissuti sulla terra dall'alba dei tempi. Incuriosito seguì la piccola che, aprendo la porta della cappella, gli permise di intravedere l'ambiente interamente affrescato con splendide immagini di Santi che avevano fatto la   storia  della Chiesa.
Fu intimorito dalla bellezza e dalla spiritualità che pervadeva quel luogo e sconvolto ritornò indietro con la memoria ad un evento vissuto in prima persona e di cui non aveva mai  compreso il reale significato nascosto.
L'anno precedente si era introdotto, in un settore vietato di una chiesa dove si svolgevano importanti lavori di restauro all'interno di una Cappella che si diceva essere molto  importante. Nessuno si era accorto di lui perché, portando ogni giorno da mangiare agli operai, era divenuto familiare a tutti  ed il custode  gli  permetteva  di curiosare con  una certa libertà all'interno dell'edificio sacro.
Aveva letto sullo stipite della porta, "Non est in toto sanctior orbe locus".
Era il  “Sancta  Sanctorum”, il luogo dove avevano pregato molti Pontefici negli ultimi  secoli. Rimase disorientato dalla bellezza delle immagini che sicuramente, con la loro spiritualità, avevano ispirato i gesti e le parole di uomini divenuti poi grandi.
Ingenuamente Luca pensò che da quel luogo avrebbe potuto avere origine la nascita di una  nuova era di pace senza guerre e genocidi  per  la supremazia  sui  propri  simili.
Era quasi ipnotizzato dalla bellezza dell’ambiente ed innocentemente cominciò  a rifiorire dal  profondo della sua anima una speranza ingenua che portò a galla, dagli oscuri recessi della memoria, il ricordo sopito di colui che aveva donato la propria vita per la salvezza del genere  umano. Luca  rimase immobile e felice al centro della cappella, quasi in uno stato di benefica serenità  interiore e cominciò a pregare con la stessa  innocenza di quando era bambino.
Una folata di vento apparente, travolgendolo nel chiuso della cappella, convogliò verso di lui  un brusio fatto di milioni di parole appena percettibili.
Erano le preghiere dei Papi che materializzandosi avevano assunto le sembianze di una bambina  simile a quella che gli era apparsa in sogno.
L'immagine, appena materializzata, guardandolo negli occhi, si rivolse  a  lui  dicendo:
«la tua preghiera innocente e pura è stata esaudita, il  nuovo tempo che sta  per iniziare sarà  portatore di pace, l'uomo vivrà serenamente con se stesso e con l'universo intero».
Il suono della  sveglia lo riportò bruscamente alla realtà, erano le sette del mattino ed il giornale radio annunciava un nuovo attentato nella striscia di Gaza,  trenta  persone avevano  perso la vita ed un cecchino, a Kabul, aveva ucciso una bambina di nove anni mentre si  accingeva ad entrare nella cappella mortuaria dei propri genitori per raccogliersi in  preghiera.
Luca si alzò, apri  la finestra e un raggio di sole colpì la croce posta  sopra il suo letto.
La  guardò smarrito pensando che se Cristo fosse ritornato sulla terra, per predicare la pace, sarebbe stato di nuovo crocifisso.
Contemplò il cielo riflettendo sulla perfezione assoluta dell'universo dove ogni singolo atomo ha il suo posto prestabilito che garantisce  un  equilibrio  collaudato dall' eternità.
Fissò lo sguardo per terra, una lacrima scivolò leggera sul suo viso, si vestì, fece colazione  e  si recò a lavorare. 
Era cominciato un altro giorno e nulla era cambiato.

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