Uomo antico che preghi sommessamente nel
silenzio della stanza, mio vicino di letto e di dolore, ragnatele di luce
lunare ci avvolgono, io non sono capace di pregare come te.
Uomo antico che credi, sommessamente ed
umilmente credi, da quel gigante che sei hai l’innocenza di un bambino.
Uomo antico che preghi, le tue parole forgiano
una preghiera antica che riporta ai tempi di una religiosità profonda, atavica,
millenaria e come un fiume in piena, imponente e devastante nella tua preghiera, tu chiedi fermo e sicuro come una statua fissata sul piedistallo.
Uomo antico che preghi, il tuo viso
scolpito nella pelle di roccia, che ha subito millenni di intemperie e vento, ha
labbra silenziose che sussurrano una vecchia litania di ringraziamento per il cibo
ricevuto.
Camere silenziose, persone sole sperdute
nella sera siamo fissando il vuoto.
Pensieri che vagano, pensieri maligni,
pensieri…
Camere silenziose, un sospiro, un pianto,
una risata, il cenno di un saluto, cuori che battono con l’aiuto di macchine
amiche, ombre che si avvicinano in attesa...
In silenzio mi guardi ed i tuoi occhi indagano sul mio cuore.
Un sorriso mi regali nella stanza 6.
Commenti
Posta un commento